giovedì 8 aprile 2010

Capitalismo 2.0: È l'ora del social business

È possibile conciliare profitto e lotta alla povertà? Può esistere un'economia basata sull'altruismo? Come sanno bene gli istituti di ricerca e i pubblicitari, i consumatori sono sempre più orientati verso comportamenti d'acquisto socialmente responsabili. Dal green ai prodotti eco-solidali, più del 30% ormai vi presta attenzione in maniera decisiva e premia quelle aziende che oltre ai loro profitti, badano anche al modo in cui vengono ricavati. Il denaro è un prodotto che si acquista, ma c'è modo e modo di venderlo. Si può decidere di darlo solo a chi ne ha già molto e negarlo, ad esempio, a chi non ne ha. Oppure si decide di offrirlo a chi ne ha più bisogno, aiutando poveri imprenditori analfabeti a migliorare la propria condizione di vita. Come ha fatto Muhammad Yunus in Bangladesh attraverso il microcredito da lui ideato e realizzato. Questa semplice quanto rivoluzionaria idea gli è valsa nel 2006 il premio Nobel per la pace. Ma Muhammad Yunus non si è fermato al microcredito. Con la multinazionale Danone ha costituito una società che produce yogurth ricco di micronutrienti a prezzi bassissimi, per combattere la malnutrizione dei bambini e con Adidas ha concordato un social business per produrre scarpe a meno di 1 dollaro, in modo che quasi tutti se le possano permettere. 

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