martedì 25 ottobre 2011

Il divario che blocca la crescita.

L’Italia vive un paradosso crescente che si chiama digital divide, ovvero il divario esistente tra chi ha accesso alle tecnologie dell'informazione (in particolare personal computer e internet) e chi ne è escluso, in modo parziale o totale. Nel nostro Paese resta un’incognita lo sviluppo di una strategia nazionale per creare una moderna infrastruttura di rete in fibra ottica in grado di portare la banda larga in tutte le regioni. Il problema è quindi bifronte: c’è il digital divide base (assenza di banda larga ad almeno 2 Megabit) e poi quello più evoluto, che colpisce chi ha bisogno di una buona Adsl o, in prospettiva, di una fibra ottica. Bisognerebbe però guardare anche al futuro, per mantenere il passo dell’evoluzione del resto d’Europa e degli altri Paesi avanzati: e qui c’è il senso di investire in reti in fibra ottica nelle case o negli uffici (100 Megabit e oltre). Questo proiettarsi verso il futuro non è campato in aria ma è una necessità sostenuta anche dalle istituzioni UE. Nell’Agenda Digitale Europea gli obiettivi sono copertura con banda larga di base a tutti i cittadini e imprese europei entro il 2013; mentre nel 2012 la copertura totale deve essere ad almeno 30 Mbps. Per quella data, inoltre, almeno il 50 per cento della popolazione deve essere coperta da 100 Megabit o oltre.


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