giovedì 29 marzo 2012

Lead generation: questione di "follower"

La HubSpot, società specializzata nel marketing digitale, ha condotto uno studio per cui chi è attivo su blog, Facebook, Twitter e cura con attenzione i contenuti del proprio spazio web vedrà aumentare da 4 a 12 volte la lead generation rispetto a chi non lo fa, dato importante perchè misura i contatti interessati al business, quindi potenziali clienti. La ricerca è divisa tra i quattro principali driver di lead generation e misurata con dati numerici.
1. Blog
 - chi ha un blog su cui pubblica quasi quotidianamente, raggiunge un incremento del traffico doppio rispetto a chi blogga meno di quattro volte al mese.


2. Sito web - 
curare con attenzione il sito aziendale genera traffico e contatti utili: i siti che hanno dalle 400 alle 1000 pagine hanno una lead generation sei volte più alta di quelli che ne hanno fino a 100. Chi ha più di 1000 pagine, genera un numero di contatti 8 volte più alto.


3. Landing page
 - chi promuove dalle 31 alle 40 landing page vedrà una lead generation sette volte più alta di chi ne ha solo fino a cinque.


4. Social media - 
Facebook: i siti web aziendali che hanno un profilo su Facebook con più di 1000 fan hanno un traffico 22 volte superiore a chi ha meno di 25 fan e una lead generation di 12 volte più alta. 

Twitter: chi ha fra i 300 e i 1000 follower sperimenta una lead generation superiore di quattro volte rispetto a chi ha fino a 25 follower.
La ricerca della HubSpot può essere scaricata qui.

giovedì 22 marzo 2012

L'amaca contro Twitter

Michele Serra, fine intellettuale e umorista, sta spopolando nel web per le sue affermazioni, che hanno fatto reagire blogger e twitter addicted.
Sono stata per anni una cultrice dell’amaca di Michele Serra; conosco e talvolta conservo parecchi dei suoi bellissimi corsivi.
E ho visto negli anni svilupparsi una identità di punti di vista su alcuni cambiamenti del nostro tempo, veloci, troppo veloci verso i quali quelli della mia generazione si sentono spesso spettatori esterni, con una comprensione parziale e, in molti casi, anche poco interessati. Ma insomma, con questa realtà ci dobbiamo convivere e bene lo sappiamo in SS&C se nelle nostre strategie di marketing e comunicazione non possiamo ormai prescindere dai social networks . Comunque, anch’io come lui “non twitto”  ma sento di condividere parte delle opinioni così bene descritte nel suo corsivo, di cui si è parlato moltissimo negli scorsi giorni e che qui riporto, è interessante sentire il vespaio sollevato.

Mi piacerebbe stimolare una opinione in chi, invece, si sente parte in causa. Utilizzatore e magari entusiasta del mezzo in questione.
Nel web i commenti si sprecano…sentiamone altri.

(SG)

domenica 18 marzo 2012

Obsessive Consumption: un acquisto e un disegno al giorno

Ecco un metodo originale e creativo per tenere conto delle proprie spese: l'illustratrice americana Kate Bingaman-Burt disegna qualsiasi cosa compri ogni giorno. Dal 2006 borse, anelli, frutta, bottiglie, hot-dog e molto altro riempiono il suo blog, con divertenti illustrazioni, didascalie e rispettivo prezzo.
Le sue "ossessioni" consumistiche sono state poi raccolte e pubblicate in un libro dalla Princeton Architectural Press, trasformando i deliri quotidiani in grafica, disegno e tanto colore. Un buon compromesso tra arte e fashion victimism, no?

lunedì 12 marzo 2012

E' morto Moebius. Uno dei più grandi disegnatori di sempre.

E’ morto un grande, anzi un grandissimo del fumetto. Moebius si è spento il 10 marzo all’età di 73 anni. Il vero nome di Moebius era Jean Giraud. Nato a Parigi nel 1936, cominciò a pubblicare fumetti western nei periodici Spirou e Pilote, diventando famoso col personaggio del luogotenente Blueberry, negli anni 60.  Si fece chiamare Moebius dagli anni ’70. In seguito fondò con altri disegnatori una rivista di fumetto e arti visive, Métal Hurlant. Lì cominciarono a uscire i suoi racconti fantascientifici Il garage ermetico e Arzach. Moebius è stato e sarà sempre un mito del disegno contemporaneo, apprezzato da artisti e gente di cinema, con cui aveva collaborato alla realizzazione di Alien, Tron, The Abyss e tanti altri.
Lascia una intera generazione di amanti del fumetto, innamorati delle sue opere futuristiche e meravigliose. E non è un caso che fosse francese. I nostri cugini hanno una tradizione del fumetto fantastica, che noi in Italia abbiamo perso da tempo, pur avendo avuto – ad esempio – i più grandi disegnatori di Disney del mondo.
Fin da piccolo mi è capitato di perdermi nelle librerie a guardare i suoi libri illustrati, per ore, cercando di capire fin nel minimo dettaglio, come potesse, con quel tratto magico, rendere i suoi disegni così incredibilmente realistici.


(VS)