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giovedì 7 aprile 2011

Esistiamo nei motori di ricerca?

Fabrizio Bellavista, durante il convegno "Ottimismo Digitale" organizzato da SS&C
e API Varese continua: "La relazione è emozione; il fatto che le PMI non possano fare comunicazione è una leggenda da sfatare. Anche quando si è convinti di usare la ragione stiamo in realtà usando l'emozione: anche le PMI devono farlo. La nostra azienda deve emergere tra le altre, la persona comune si ricorda circa 2 o 3 marche su 50. Per questo bisogna comunicare poco ma lasciare il segno. In rete si parla sia al cliente sia a Google: i testi devono basarsi su entrambi; il contenuto è importante perchè se chi ci cerca ci trova nei motori di ricerca, allora esistiamo".

Condivisione di relazione e progetto.

Fabrizio Bellavista interviene con "Le relazioni e le pubbliche relazioni a tempo di web" e dichiara: "la relazione e il progetto condiviso sono al centro di una nuova visione che risponde alle necessità e alle richieste di un utente sempre più attento alla trasparenza e all'interazione. Siamo entrati nell'epoca del 'Noi'. 'WeAge'.

Il territorio è una variabile endogena.

La conclusione di Massimiliano Serati: "il territorio c'è, non è un dato esogeno, interagisce con la diffusione e il progresso di tecnologie. E' anche una leva per far esplodere le tecnologie. Il sistema di attitudini territoriali può essere un elemento limitante o amplificante. Il territorio è il nostro riferimento: le tecnologie devono avere una governance, non esiste solo il mercato. Il territorio è il luogo in cui testare le tecnologie e generare un ritorno di amplificazione culturale. Il turismo, ad esempio, è un laboratorio di sperimentazione per il territorio, che è una variabile endogena. lo scatto culturale si fa se ognuno cerca di plasmare il proprio territorio".

Le 3 T.

Serati: "La tecnologia prodotta, usata o consumata, è un'arma vincente ma da sola non basta. E' una condizione fondamentale ma non sufficiente.
Il ricercatore americano Florida ha usato le 3 T come indicatori per un territorio: Tecnologia, Talento e Tolleranza. Talento significa creatività, capacità di vedere più in là. Tolleranza significa essere aperti verso il concettualmente straniero, aprirsi al nuovo e alle sue potenzialità.
Con questo mix delle 3 T si diventa vincenti e si può fare uno scatto in avanti".

La (scarsa) competitività italiana.

Massimiliano Serati, Professore di Politica economica all'Università Cattaneo - LIUC di Castellanza, è intervenuto al convegno "Ottimismo Digitale" organizzato da SS&C
e API Varese con "Innovare per lo sviluppo e innovare nello sviluppo del territorio". "L'economia" - sostiene - "è una scienza triste. Le tecnologie sono un processo che qualcuno chiama 'innovazone'. 
Il WEF (World Economic Forum) ha stilato una classifica sulla competitività dei Paesi: nel 2010 l'Italia era al 48esimo posto preceduta anche da Cipro, Portorico, Cile ecc. Sono 2 anni che non si fanno progressi in graduatoria. Alla voce "Innovazione" l'Italia è invece al 32esimo posto".

Diventare utenti.

Camisani Calzolari conclude il suo intervento con un suggerimento: "bisogna diventare esploratori digitali, veri utenti. Solo così si può stare dietro al cambiamento". I mercati sono conversazioni e bisogna imparare a comunicare mettendo l'utente al centro".

Il digitale in Italia è poco diffuso per un problema culturale.

Continua Camisani Calzolari: "Sono 25 milioni gli italiani che vanno abitualmente sul web ma, secondo una statistica, il 77% dei nostri compaesani non si collega quotidianamente o addirittura non si collega mai. In Italia il digitale non viene totalmente accettato per un problema culturale: sui nostri giornali si parla spesso male del web. 
In Finlandia ci sarà invece il collegamento veloce per tutti, ciò dipende anche dall'alfabetizzazione (in Finlandia arriva al 99%, in Italia è purtroppo ancora bassa), inoltre in molti Paesi esiste un'agenda digitale che in Italia non è ancora presente. 
E' questione di cecità: manca la visione, anche per la rete. L'83% delle aziende italiane non ha sul proprio sito alcun link di condivisione con i social network e i leader aziendali hanno per il 43% più di 60 anni. Sono alcuni dati che danno l'idea della situazione italiana rispetto al digitale".