Michele Serra, fine intellettuale e umorista, sta spopolando nel web per le sue affermazioni, che hanno fatto reagire blogger e twitter addicted.
Sono stata per anni una cultrice dell’amaca di Michele Serra; conosco e talvolta conservo parecchi dei suoi bellissimi corsivi.
E ho visto negli anni svilupparsi una identità di punti di vista su alcuni cambiamenti del nostro tempo, veloci, troppo veloci verso i quali quelli della mia generazione si sentono spesso spettatori esterni, con una comprensione parziale e, in molti casi, anche poco interessati. Ma insomma, con questa realtà ci dobbiamo convivere e bene lo sappiamo in SS&C se nelle nostre strategie di marketing e comunicazione non possiamo ormai prescindere dai social networks . Comunque, anch’io come lui “non twitto” ma sento di condividere parte delle opinioni così bene descritte nel suo corsivo, di cui si è parlato moltissimo negli scorsi giorni e che qui riporto, è interessante sentire il vespaio sollevato.
Mi piacerebbe stimolare una opinione in chi, invece, si sente parte in causa. Utilizzatore e magari entusiasta del mezzo in questione.
Nel web i commenti si sprecano…sentiamone altri.
(SG)
3 commenti:
svegliati michele che non siamo più nel paleolitico.
Michele è un mito, oltre che particolarmente sensibile. Certo su Twitter non parliamo dei novelli Shakespeare, ma dobbiamo chiederci perché funziona così tanto il mezzo e prendere ciò che c'è di buono. Sul resto, sono purtroppo allineato al suo pensiero...
Da che esiste la libertà di parola credo siano state scritte cose più o meno sensate, più o meno intelligenti, più o meno "tutto".
Non per questo va condannato il mezzo.
Parla di sfumature ma la sua conclusione non le prevede. Contraddittorio no?
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