martedì 8 giugno 2010

Dimmi che libro leggi...

Il nostro post sui libri è piaciuto e abbiamo avuto altri interventi a dimostrazione del fatto che sono tanti gli italiani che leggono. Ma non abbastanza se è intervenuto anche il Governo. “Leggere è il cibo della mente: passaparola!” è lo slogan della nuova campagna promossa dal Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri per invitare gli italiani ad avvicinarsi alla lettura. In questa pagina raccoglieremo tutte le segnalazioni di libri che da voi ci perverranno. Inoltre abbiamo aperto un "Circolo" nella community di lettori http://www.pickwicki.itEcco le vostre testimonianze su "Dimmi che libro leggi":


Ho sete di anima ormai, il materiale sta perdendo il suo fascino (sarà forse perche la "mia" materia pian piano si sta disgregando?) voglio allora qualcosa di più grande, voglio volere bene agli "altri" che non sono più altri ma un pò "me"... tutto ciò per arrivare al punto: trovatemi un libro su Miguel Serveto scritto in italiano... Questo profondo studioso e medico nato nel 1511 sui Pirenei e mandato al rogo dalla Chiesa perchè sosteneva che tra Dio e l'uomo non occorreva la mediazione della Chiesa: il Suo Spirito risiede in ognuno di noi (nel vuoto quantico che c'è in ogni atomo della materia? vedi Massimo Corbucci). E allora, visto che il prossimo anno ricorre il cinquecentenario della sua nascita, non potremmo commemorarlo (anche con una traduzione italiana delle sue opere)? Se c'è qualcuno che lo conosce desidererei saperne di più... (scritto da Adrita Bovolenta)
Fratelli d'Italia, dopo circa 50anni riprendo in mano "Cuore". Perchè, diciamolo, l'Italia non l'ha fatta Garibaldi e neanche Cavour, anche se di caffè a loro dedicati ce ne sono tanti. L'Italia è stata fatta da "Cuore". Poi sto leggendo anche Rosario Romeo, storico, sui rapporti tra capitalismo e Risorgimento. Perchè, diciamolo ancora, troppa gente spara cazzate a vanvera come Marantelli e il leghista Regazunn (cun gio' i calzunn) su Lombardia di sta settimana.Tengo sopra il lettone la santissima TRINITA': Voltaire, Flaiano, Bertand Russell. (scritto da Gerva)

Un libro che si rivolge ai ragazzi e "a tutti i grandi che sono stati bambini ma non se lo ricordano più" e che descrive il mondo degli adulti attraverso gli occhi innocenti di un bambino. Sto parlando de "Il Piccolo Principe". Un racconto poetico, dolce, essenziale, delicato, sensibile e così nobile da meritare di essere riletto più volte anche da adulto. Quattro sono i temi trattati dall'autore: l’amicizia e l'amore, la solitudine, l’infanzia, la maturità. Ecco allora la scelta di inserire nella storia dei personaggi paradossali, ma che rappresentano aspetti positivi e negativi della vita dell'uomo. C’è chi conta e riconta le stelle perché sostiene che esse rappresentino un capitale; chi si crede di regnare sull’universo intero quando nessuno è a conoscenza della sua esistenza; chi ha il senso del dovere cosi estremizzato da divenire patetico; chi è tanto vanitoso da vivere nell'attesa di essere applaudito: momenti magici che sono una lezione di educazione sentimentale e che evidenziano comportamenti irragionevoli e talvolta inutili. Ancora oggi mi scende una lacrima quando il Piccolo Principe, una "personcina" affascinante e al tempo stesso di disarmante semplicità, descrive i vulcani e la sua magnifica rosa che illumina il suo piccolissimo pianeta. Alle rose, che nel corso del suo viaggio incontrerà sulla Terra, dice: “…Voi siete belle, ma siete vuote. Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho annaffiata. Perché è lei che ho messo sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa...”. Da qui nasce il segreto dell'amore: "...l'essenziale è invisibile agli occhi..." (scritto da Luisa)

L'ultimo libro che ho letto è "Così in Cielo come in Terra" di Don Gallo.
Non conoscevo assolutamente Don Gallo finché sono stato folgorato da una sua intervista a Che Tempo che fa. Il libro è un'autobiografia di questo prete di strada, come ama definirsi, che ha trascorso buona parte della sua vita nei vicoli di Genova, tra prostitute e tossici. 
E' un libro di facile lettura strutturato ad episodi, appassionante, coinvolgente, che ha come filo conduttore la denuncia, a volte anche in chiave ironica, delle ingiustizie sociali e la difesa a spada tratta, anche con metodi non troppo "ortodossi", dei più deboli.
Buona lettura. (scritto da Mauro)

Wikinomics. La collaborazione di massa che sta cambiando il mondo di Tapscott Don e Williams Anthony - Edizioni Etas. Perchè è stato uno dei 7 libri per me fondamentali? Perchè radiografa perfettamente un nuovo tipo di visione, quindi mentalità, quindi professionalità, quindi società, quindi applicazione del pensiero sociale in nome della condivisione anzichè della separazione. Questa mentalità si avvale sopratutto dei nuovi media sociali ma non solo, anzi. L'utilizzo di collaborazioni massicce per iniziative aziendali, nella storia recente, si può considerare come un passo ulteriore della tendenza delle aziende verso l'outsourcing, ma ora sempre più, diventa crowdsourcing per il mix di interventi in un ottica UGC. E' un libro di una nuova visione al pari di The Gutenberg Galaxy di D.De Kerckhove. (scritto a da fabrizio bellavista http://liquidomercato.blogspot.com

Tra i mille libri di cui mi circondo e tra le centinaia che sono riuscito a leggere – disperazione: non riuscirò mai a leggerli tutti – ne scelgo uno che mi ha segnato.Regalo della fidanzata dell’epoca: come tutte le donne (e gli uomini) innamorate riusciva a trasformare in legame con l’amato ogni segno del mondo. Dunque, io studiavo architettura e lei mi regalò “L’architetto” di Mario Soldati. Il libro mi ha lasciato in eredità molte cose, che mi accompagnano ancora. Una delle piú belle descrizioni del momento creativo di un progetto, quando l’architetto Franzi, il protagonista, vede apparire davanti a sé il complesso della Facoltà Universitaria che è stato chiamato a progettare negli Stati Uniti e ne descrive le analogie con le architetture della sua memoria. La passione che consuma la notte per disegnare, accompagnato da sigari De Nobili – io mi accontento del Toscano o, se sono fortunato, di un Montecristo regalato da qualcuno. E neppure viene a trovarmi il cameriere italo-americano dell’Hotel Drake di Chicago, che a intervalli regolari mi porta birra e club-shandwich, come accade a Franzi stesso, e mi faccio bastare qualche caffè o il toast del bar sotto lo studio.Soldati mi ha insegnato che la notte serve per progettare e il mattino presto per licenziare i progetti.Mi ha impartito lezione impietosa su come vada la vita reale, per me allora ventenne idealista, nel seguire il nostro architetto districarsi tra un’amante misteriosa e i sospetti su una moglie che a sua volta lo tradirà, durante un viaggio in nave. Impietosa, certamente, ma mai amara o melodrammatica. In fondo, ci dice Soldati, “Così va la vita” esattamente come avrebbe commentato un altro scrittore che avrei voluto e potuto citare tra i miei preferiti qui in queste poche righe, Kurt Vonnegut.Soprattutto mi ha lasciato il piacere di una scrittura felice, scorrevole, di alta qualità senza la pedanteria e il peso di molti scrittori colti: leggera senza banalità.Sono diventato architetto anche sulla pagine di Soldati, certo più chiare di molta cattiva filosofia che si respirava nelle aule del Politecnico di Milano.Ho piacere di vedere che da qualche tempo Mario Soldati è tornato ad essere stampato e molti titoli che ho cercato da quel libro in poi sulle amate bancarelle dei reminders a Milano e dintorni sono di nuovo in libreria. Prima o poi succederà anche a “L’architetto”. Il libro è ancora con me, sgualcito dalle riletture. La generosa latrice del dono si è persa migliaia di pagine fa, a testimoniare che tra i libri e le persone non ci sono dubbi su chi vinca in fedeltà. “Così va la vita”. (scritto da Luigi)

Io ho un metodo tutto mio nello scegliere i libri da leggere. Alterno un volume della collana “I grandi libri” Garzanti con un altro libro, scelto nella mia libreria di oltre 1300 libri, a cui aggiungo libri che quasi mai leggo appena comprati. Retaggio vitivinicolo? No, perché devo finire quello che sto leggendo, perché mi va di leggere altro. A volte faccio il pieno grazie a mia sorella, che lavorando per un primario-gruppo-nazionale-che-fra-le altre-cose-controlla-un-primario-editore-di-Segrate,  ha un po’ di sconto (quanto costano i libri!). Ora sto leggendo Il nipote di Rameau, unito nel volume a Jacques  il fatalista e il suo padrone. Il primo è attualissimo, valido anche nelle nostre prime,seconde o terze repubbliche. Ricordo un grande Gabriele Lavia al Carcano qualche anno fa. Jacques l’ho appena cominciato. Ma già mi piace, scorre. E’ già tutto scritto? Bohhhh?? (scritto da Michele)

Se è vero che un libro rivissuto vale un'intera biblioteca io di biblioteche in tal senso ne ho un numero imprecisato. Amo rileggere i libri che mi piacciono, perchè ogni volta che lo faccio scopro di aver lasciato impigliato tra le righe qualcosa che la volta prima mi era sfuggita. Be' tutto questo giro di parole per dire che be', lo ammetto, l'ultimo libro che ho letto (per la cinquantesima volta) è Orgoglio e pregiudizio. (scritto da tabata potter)


1 commento:

Anonimo ha detto...

Scegliere un libro tra i numerosi della mia biblioteca e' selezionare delle pagine facendo torto ad altre, focalizzarsi su un autore tralasciando altre Penne che insieme a Calamai hanno lasciato tracce indelebili nel mio animo e mi hanno aiutata a crescere, a migliorare (disperato tentativo a volte!). Tra tutti emerge fiero e corrugato come una cartina geografica su pergamena il volto di Adriano, il Cesare narrato splendidamente da Marguerite Yourcenar. Una scrittura dotata di magia, tanta e' la capacita' di scendere nel profondo e far rivivere un mondo ed un personaggio storico come quello del vecchio imperatore che rivolge uno sguardo disincantato alla sua vita, ai suoi amori, alle sue conquiste.
Dove sono finiti questi eroi?
...con un personale sguardo amaro sulla cosidetta societa' civile odierna! Debora