Questa è la conclusione di un recente rapporto dell'Ocse che analizza l'evoluzione della carta stampata e dei giornali online negli ultimi anni, a cavallo della crisi. La stampa "resiste" nonostante il 2009 sia stato un anno terribile per i quotidiani dei Paesi avanzati. ma ci sono situazioni diverse, casi in cui la diffusione di notizie via Internet viene considerata quasi una minaccia per l'approfondimento e il giornalismo tradizionale, e casi in cui costituisce una valvola di sfogo e di diffusione del libero pensiero, là dove le altre vie sono vietate da leggi restrittive. I lettori di notizie via Internet sono diversi dai lettori di giornali tradizionali, sia come fascia d'età, che nello stile di lettura. Internet è la fonte principale d'informazioni per i giovani dai 16 ai 24 anni, che però non sono i principali lettori, leggono di più infatti nella fascia 25-34 anni. Si tratta di un tipo di lettura piuttosto irregolare, spesso superficiale, meno approfondita rispetto a quella dei quotidiani. Inoltre si rileva che sebbene i giovani mostrino un'apparente facilità e familiarità con i computer, si affidano in modo preponderante ai motori di ricerca, guardano piuttosto che leggere e spesso non posseggono gli strumenti critici per valutare le informazioni che trovano sul web. Dal punto di vista delle entrate, i quotidiani online hanno raccolto solo il 4 per cento della la pubblicità piazzata sulla stampa nella media dei Paesi dell'Ocse. E questo li rende deboli, considerato che attualmente in media i ricavi dei quotidiani vengono per il 57 per cento dalla pubblicità e per il 43 per cento dalle vendite. Tuttavia sono sempre più concreti i progetti di vendita delle news online, senza contare il fatto che i giornali su Internet si stanno organizzando per vendere anche altri servizi ai propri clienti.
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